Camelia “Atroviolacea”
Gianmario Motta, Società Italiana della Camelia, Vice-Presidente
Nicola Tartaglione, Architetto in Napoli, conservatore di Villa Porfidia
A Recale, presso Caserta, nell’antico giardino dei Duchi di Guevara, è stato trovato un esemplare di C. Japonica a fiore rosa-viola, identificata dagli appassionati locali con il nome di “Atroviolacea”, antica e rara varietà. L’articolo ricostruisce la storia del giardino di Recale e valuta le possibili identificazioni della varietà; è una versione (non una semplice traduzione) dell’originale inglese pubblicato dagli stessi autori nell’International Camellia Journal 2003.
Recale e i Duchi di Bovino
Il giardino di Recale conta quattro secoli. Per questa ragione, facciamo precedere l’analisi della “Atroviolacea” da alcuni cenni storici.
Il palazzo di Recale, costruito dai Duchi di Bovino, eredi degli originali feudatari Suardo, nasce intorno alla torre sull’antico tracciato della via Appia, a cui, probabilmente ad inizio Settecento, è aggiunta la residenza[1]. E’ un edificio di taglio aristocratico, su due piani, con uno scalone adornato di gruppi scultorei classici. Il piano nobile, caratterizzato da una suite di sale affrescate, conserva i soffitti originali, realizzati con travi lignee e ricoperti di papier paint, ed i pavimenti in cotto dipinti ad imitazione del marmo.
Recale è fisicamente adiacente e storicamente collegata alla Reggia di Caserta. A metà Settecento, Carlo di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V, nipote del Re di Francia Luigi XIV, conquistato il regno di Napoli e, con un’eccezionale serie di costruzioni, inizia a trasformare Napoli in una capitale sullo stile di Parigi. Sono di quegli anni la Reggia di Capodimonte, il Teatro San Carlo e appunto, la Reggia di Caserta.
Nel 1752 Luigi Vanvitelli progetta il giardino di Caserta e, durante i lavori, riceve più volte l’invito a pranzo da parte del “Generale dei Gesuiti a Recale” (il palazzo di Recale è abitato allora dai gesuiti).
Negli anni Settanta e Ottanta, le duchessa Anna Maria Suardo, proprietaria di Recale, è dama di compagnia della regina Maria Carolina. Grazie alle sue relazioni, Anna Maria ottiene nel 1781 un decreto di Ferdinando IV di Borbone, che concede a titolo gratuito l’uso delle acque del giardino della Reggia di Caserta, che la duchessa convoglia a Recale con un acquedotto, la cui cisterna ancora oggi esiste nel giardino.
Nel 1786, John Graefer, grazie ad una presentazione di sir Joseph Bank, è nominato Giardiniere della Regina Maria Carolina, che era, come abbiamo detto, in stretti rapporti con la Duchessa di Bovino. Lord Hamilton era il supervisore del giardino. Nel 1786 una camellia fu piantata nel Giardino Inglese ed é (forse) ancora viva, come si rileva dalla foto del bollettino dell’anno scorso. Esiste quindi una certa convergenza fra il giardino dei Duchi di Recale il Giardino Inglese di Caserta e la camelia.Pe runa storia più completa si veda l’articolo sullo International Camellia Journal.
In questi stessi anni la camelia è introdotta nel giardino inglese di Caserta. Da Caserta la passione per le camelie si irradia nei giardini nobiliari di Napoli, dove molte sopravvivono in perfetta salute (Spinelli 1996, 2002).
Emma Hamilton
Una persistente tradizione locale sostiene che Emma Hart, poi Lady Hamilton (1766-1815), abbia parte nell’introduzione della camelia in Italia. Emma è prima amante poi moglie di William Hamilton, ambasciatore di Sua Maestà Britannica, ed è celebre non solo per la sua folgorante bellezza ma anche per avere rivoluzionato l’abbigliamento femminile, introducendo uno stile più naturale, con abiti neo-classici e senza parrucca, che accompagna l’avvento del romanticismo e dello stile neoclassico e la scomparsa dell’ultimo rococo (Figura 1)
Figura 1 Emma Hamilton (Lady Lever Art Gallery, Port Sunlight: 1790-91 "Emma Hamilton as Bacchante")
Nel 1786 Emma arriva a Napoli e diviene famosa per le sue attitudes: in un breve spettacolo dato ad un nucleo sceltissimo d’aristocratici, assume pose plastiche, impersonando figure mitologiche, eroine del teatro greco od immagini decorative di vasi antichi. Emma incontra e frequenta il re e la regina, entrambi amici dei duchi di Bovino. Questo dà credibilità alla tradizione orale, trasmessa dai Duchi di Bovino alla famiglia Porfidia, attuale proprietaria di Recale, che afferma che Emma teneva a Recale un giardino di sensitive.
Goethe descrive Emma in un passo famoso nella sua lettera del 16 marzo 1787: “Il cavaliere Hamilton (…) dopo tanto amore per le arti, dopo tanto studio per la natura, ha finito per rinvenire un vero capolavoro di natura e di arte, in una bellissima giovane, un’Inglese di vent’anni all’incirca, che tiene presso di sé. Le ha fatto fare un costume alla foggia greca, il quale le sta stupendamente; ella si scioglie i capelli, prende due scialli, e si presenta in una serie di posizioni, di atteggiamenti, di gesti, che a vederla si crederebbe sognare. Si vedono in realtà, l’una dopo l’altra, quelle pose plastiche, quelle posizioni, che tanti e tanti artisti si studiarono a riprodurre nelle loro statue, nei loro dipinti. Ora sorge in piedi, ora s’inginocchia, ora siede, ora si corica, ora assume aspetto serio, ora malinconico, ora ironico, ora delirante, ora di penitente, ora di civetta, ora minaccioso, ora accorato; e tutto ciò di seguito, rapidamente. Sa variare ad ora diversa, espressione e le pieghe dei suoi veli; sa pure formarsi con queste acconciature per il capo le più svariate. Il vecchio cavaliere tiene il lume, e si abbandona con tutto l’animo alla contemplazione di quello spettacolo. Trova in quella giovane tutti i pregi dell’arte antica, il profilo delle monete siciliane, e quello pure, io credo, dell’Apollo del Bel Vedere. Vuolsi ad ogni modo ammettere, che il passatempo non è d’indole volgare. Abbiamo passato già due sere a godercelo noi pure”
In seguito, d’Espinchal descrive le Attitudes più dettagliatamente:
“Dopo un pasto eccellente (….) ci furono le danze fino all’inizio del teatro. Mi sono molto divertito a guardare una danza detta Tarantella, che aveva molto del fandango spagnolo. Le signorine Amici, borghesi napoletane, estremamente graziose, la ballavano splendidamente, ma è Mme Emma Hart, che è una delle creature più belle che io abbia mai visto. Nessuno sa quale fosse la sua condizione quando l’ha trovata il cavaliere Hamilton. Evidentemente è per far piacere al suo benefattore, che è un grande amante delle arti e delle antichità, che Madame Emma Hart ha imparato a posare in vari atteggiamenti. Veste abiti di foggia greca o romana, si adorna di fiori o si copre con un velo, e così abbigliata crea uno spettacolo vivente dei capolavori dei più celebri artisti dell’antichità greca. È assai gentile, e si è esibita al nostro piccolo gruppo. Dovreste averla vista per comprendere fino a che punto la sua incantevole figura ci abbia fatto godere della malia dell’illusione. Se io fossi il cavaliere Hamilton passerei in rassegna tutto l’Olimpo attico; vorrei vedere spesso Ebe e Venere e le Grazie, ogni tanto Giunone, e, molto di rado, Minerva. Per variare il mio piacere, uno sfarzoso boudoir mi dovrebbe offrire un’appassionata e tenera Cleopatra che dà il benvenuto a Marco Antonio e, di tanto in tanto, una capanna silvestre mi dovrebbe mostrare Alcibiade che se la spassa con Glicera.”
George Romney dipinse Emma come una statua greca. Frederick Rehberg, pittore e storico al servizio del Re di Prussia, eseguì dal vero dodici disegni di altrettante “Attitudes”. Nel 1794, incisi da Tommaso Piroli, i disegni furono stampati a Roma e raccolti in volume.
Il giardino di Recale
Il giardino di Recale, esteso su 1,5 ettari, è un bell’esempio di giardino all’italiana parzialmente trasformato in giardino romantico.
Il giardino si sviluppa all’interno dell’antico recinto (antecedente al 1780) ed incorpora il preesistente bosco di lecci, dedicato alle battute di caccia. Sul confine del giardino, vicino al muro di cinta, sorge una torre cilindrica, che un volta fungeva da cisterna dell’acquedotto borbonico. La parte centrale del giardino è modellata secondo uno schema all’italiana, con un corridoio di filari di Agapantus, con muri coperti di rose, limoni, con Taxus baccata centenari, potati a cilindro, e con un lungo viale, detto viale degli ombrellini, formato da bossi potati che intervallano panchine. La transizione romantica del gusto, indeciso tra regola e deroga, si riflette nella piantumazione, in mezzo ai quadrati del giardino italiano, di una gigantesca Canfora e dell’albero dei Tulipani, con la prescrizione di lasciarli crescere “spontaneamente e senza potatura”; analogamente, il bosco delle battute di caccia diviene passeggiata meditativa, con panchine e peschiera; infine, sono introdotte Sensitiva e Camelia. Il gruppo di Camellia japonica comprende le varietà “Anemoniflora rosea”, “Atroviolacea”, “Comte de Gomer”, “Francesco Ferruccio”, “General Pescetto”, “Sacio”.
Figura 2 Pianta del giardino di Recale (arch. Musone)
“Atroviolacea”: descrizioni e identificazioni
La “Atroviolacea” di Recale è piantata sotto la chioma di una grande Magnolia grandiflora. La pianta, matura, è perfettamente sana e fiorisce piuttosto profusamente, benché all’ombra. Il fiore, di colore rosa-magenta, tipicamente ottocentesco, è di media dimensione, semi-doppio, peoniforme. La fioritura ha un’alta percentuale di sport variegati, con strisce bianco-rosa chiare su fondo rosso vino, che all’ombra vira al rosa-magenta (fi). Con la maturazione, il fiore scurisce sino al viola. Le caratteristiche rilevate sono riassunte in tavola 1.
Figura 3 Camellia japonica“Atroviolacea” fotografata a Recale sulla pianta
Figura 4 Camellia japonica“Atroviolacea” fotografata a Recale sulla pianta
La denominazione “Atroviolacea” compare in descrizioni fra loro diverse. Una prima descrizione è di Courtois. Una successiva descrizione del Colla è ripresa da Berlese in due edizioni. Il confronto delle descrizioni porta a concludere che Berlese e Courtois si riferiscano, con probabilità, a varietà diverse. Le caratteristiche della “Atroviolacea” di Recale si accordano parzialmente con la descrizione del Courtois, ma non con quelle di Berlese. Le “Atroviolacea” hanno avuto popolarità fra il 1833 e il 1857, quando compare l’ultima citazione, relativa appunto al Giardino Inglese di Caserta. La popolarità è limitata: p.e. la ”Atroviolacea” non è citata nella lista di circa 200 varietà dell’almanacco 1847 Le Bon Jardinier, un testo diffuso su giardinaggio e piante. Un’ultima descrizione, non riportata nel Register, si legge in manuale pubblicato a Milano nel 1926 da Hoepli: in un elenco di varietà compaiono una descrizione di “Atropurpurea Nova”, quasi identica a quella del Berlese, ed una di “Atroviolacea”, che ricorda invece la descrizione del Courtois (si veda la Tavola 2).
Conclusioni
I dati raccolti indicano un collegamento fra gli antichi proprietari di Recale, i Duchi di Bovino, i Borboni di Napoli e Lady Hamilton. Tuttavia, la “Atroviolacea” di Recale non sembra l’esemplare descritto da Berlese, mentre evidenzia una certa comunanza con l’esemplare descritto da Courtois. Inoltre la “Atroviolacea” é nominata a proposito giardino inglese di Caserta. E’ quindi possibile che l’esemplare di Recale discenda da piante dell’Ottocento, piantate a Napoli o nei dintorni di Caserta. Tuttavia, l’età e l’origine dell’esemplare di Recale restano ignoti, non avendo documenti sul giardino, andati dispersi con l’estinzione dei Duchi di Bovino.
Lady Hamilton, Caserta e lacamellia “Atroviolacea” parte 2Gianmario Motta, Società Italiana della Camelia, Vice-Presidente Nicola Tartaglione, Architetto in Napoli, conservatore di Villa Porfidia Tavola 1 – Scheda descrittiva
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